IL TAO
Cos’è il Tao? “È il principio che crea e governa l’Universo intero e tutto ciò che si relaziona con esso”
È l’infinito assoluto da cui trae origine tutta la realtà, e a cui la realtà torna.
Secondo gli scritti che lo descrivono, il Tao è innominabile, inconcepibile. Perché riuscire ad immaginarlo o a dargli un nome lo renderebbe finito, delimitato. Mentre il Tao è ovunque, in ogni cosa, ma non si può conoscere. Niente rimane cristallizzato, ma tutto è in continua evoluzione, in natura, nello spazio e nel tempo. Per questo è difficile concettualizzarlo, ma possiamo renderlo concreto solo considerandolo nella sua definizione di “Via”che dal Tao ha origine
È associato sovente all’inafferrabilità dell’Acqua, che non ha forma ma che può avere tante forme diverse, che scaturiscono da un’unica fonte.
È la realtà di tutte le cose, rappresentato dal conosciuto cerchio all’interno del quale abbiamo una divisione tra nero con un punto bianco e il bianco con il punto nero, la separazione tra i due colori non è netta ma uno sembra sfumare nell’altro.
Cosa indica questo segno? La parte nera è associata allo Yin, la parte bianca allo Yang, il buio e la luce, la notte e il giorno, il femminile e il maschile.
Queste due forze sono opposte, complementari e interdipendenti. È il principio attraverso cui si esprime il movimento e l’evoluzione del Tao, l’interazione dello yin e dello yang in un ciclo continuo di passaggio dall’uno all’altro, mantenendo la loro alternanza e quindi l’equilibrio.
Importante è il concetto di “Unità”.
Ciò che noi definiamo diversità non sono altro che le manifestazioni del Tao, dove nulla è meglio o peggio, non vi è un giudizio, ma è qualcosa che esiste.
La dicotomia occidentale non trova riscontro nel Tao, dove gli opposti si integrano in una relazione che muta costantemente, quella dello yin e dello yang.
Questo definisce l’armonia, ossia il libero fluire ki , senza che vi sia prevaricazione. Ciò che noi in Occidente definiamo opposti, nella filosofia taoista sono modalità diverse che giungono al medesimo punto in momenti diversi.
Questo perché il cambiamento è un momento necessario che passa attraverso il caos prima di arrivare alla stabilità e quindi all’adattamento e all’equilibrio.
Ma nemmeno l’equilibrio è statico, perché dovrà necessariamente passare di nuovo nel caos durante un altro ciclo di crescita, creando destabilizzazione, secondo lo stesso procedimento seguendo il concetto di movimento, prima di ritornare all’equilibrio.
Il tutto deve scorrere spontaneamente e liberamente, senza degli schemi limitanti, senza ostacoli che si oppongano a questo libero fluire.
Cos’è il Tao? “È il principio che crea e governa l’Universo intero e tutto ciò che si relaziona con esso”
È l’infinito assoluto da cui trae origine tutta la realtà, e a cui la realtà torna.
Secondo gli scritti che lo descrivono, il Tao è innominabile, inconcepibile. Perché riuscire ad immaginarlo o a dargli un nome lo renderebbe finito, delimitato. Mentre il Tao è ovunque, in ogni cosa, ma non si può conoscere. Niente rimane cristallizzato, ma tutto è in continua evoluzione, in natura, nello spazio e nel tempo. Per questo è difficile concettualizzarlo, ma possiamo renderlo concreto solo considerandolo nella sua definizione di “Via”che dal Tao ha origine
È associato sovente all’inafferrabilità dell’Acqua, che non ha forma ma che può avere tante forme diverse, che scaturiscono da un’unica fonte.
È la realtà di tutte le cose, rappresentato dal conosciuto cerchio all’interno del quale abbiamo una divisione tra nero con un punto bianco e il bianco con il punto nero, la separazione tra i due colori non è netta ma uno sembra sfumare nell’altro.
Cosa indica questo segno? La parte nera è associata allo Yin, la parte bianca allo Yang, il buio e la luce, la notte e il giorno, il femminile e il maschile.
Queste due forze sono opposte, complementari e interdipendenti. È il principio attraverso cui si esprime il movimento e l’evoluzione del Tao, l’interazione dello yin e dello yang in un ciclo continuo di passaggio dall’uno all’altro, mantenendo la loro alternanza e quindi l’equilibrio.
Importante è il concetto di “Unità”.
Ciò che noi definiamo diversità non sono altro che le manifestazioni del Tao, dove nulla è meglio o peggio, non vi è un giudizio, ma è qualcosa che esiste.
La dicotomia occidentale non trova riscontro nel Tao, dove gli opposti si integrano in una relazione che muta costantemente, quella dello yin e dello yang.
Questo definisce l’armonia, ossia il libero fluire ki , senza che vi sia prevaricazione. Ciò che noi in Occidente definiamo opposti, nella filosofia taoista sono modalità diverse che giungono al medesimo punto in momenti diversi.
Questo perché il cambiamento è un momento necessario che passa attraverso il caos prima di arrivare alla stabilità e quindi all’adattamento e all’equilibrio.
Ma nemmeno l’equilibrio è statico, perché dovrà necessariamente passare di nuovo nel caos durante un altro ciclo di crescita, creando destabilizzazione, secondo lo stesso procedimento seguendo il concetto di movimento, prima di ritornare all’equilibrio.
Il tutto deve scorrere spontaneamente e liberamente, senza degli schemi limitanti, senza ostacoli che si oppongano a questo libero fluire.