STORIA DELLA MEDICINA TRADIZIONALE CINESE

PREMESSA

Medicina Cinese e medicina Occidentale (Grecia), anticamente non erano poi così diverse. Si fondavano su basi similari, e si sono vicendevolmente influenzate. A testimonianza di questo le innumerevoli scoperte hanno fatto luce negli ultimi anni sulla storia di queste due filosofie. Ricordiamo che anticamente medicina e filosofia erano praticamente inscindibili. Il punto fondamentale che le accomunava era il concetto di “prevenzione”, ossia spingere il paziente a prendersi cura di sé attraverso uno stile di vita “sano”, scandito dai ritmi naturali, e da una tradizione oltremodo olistica che guarda l’Uomo nella sua totalità e interezza. Una visione ancora presente nella cultura Orientale, abbandonata da quella Occidentale, che ha abbracciato la via della ricerca scientifica, sicuramente florida, ma che ha portato all’era meccanicistica dell’essere umano, sezionandolo e separandolo in una concezione dualistica, che permane ancora oggi, in cui mente e corpo si muovono separati. La storia sta però, anche se lentamente cambiando, grazie al nuovo paradigma epigenetico che sta riportando alla visione unitaria dell’Uomo dove tutto l’organismo è interconnesso come un network, secondo la visione scientifica della PNEI (psiconeuroendocrinoimmunologia), e nella promozione della medicina integrata. 

In Cina il concetto di medicina preventiva era così radicato tanto da tramandare il noto detto “che il medico cinese veniva pagato solo se la persona che aveva in cura presso di lui non si ammalava”. In questo modo si indottrinava la persona a condurre uno stile di vita che seguiva il ritmo delle stagioni, la gestione delle passioni, una sana attività fisica e una buona alimentazione, evitando qualsiasi tipo di eccesso, anche dal punto di vista sessuale.

La Medicina Cinese nacque nel bacino del Fiume Giallo da una tradizione teorico pratica tramandata per circa 2500 anni. Nel 1972 i ritrovamenti archeologici di Manwangdui, hanno riportato alla luce il più antico testo della Medicina Cinese, il noto “Huang Di Nei Jing”, e a seguire il ritrovamento di altri testi importanti sulla fitoterapia, dietologia, esercizio fisico tra cui il Qi Gong e Ta Ji Quan, tutte “pratiche di lunga vita” per il mantenimento della salute e l’eliminazione della malattia, tra cui la coppettazione, moxibustione e via discorrendo, confutando la credenza di molti che la Medicina Cinese era esclusivamente agopuntura.

Il Huang Di Nei Jing è diviso in due parti: una è il So Wen le domande semplici poste secondo la tradizione dall’Imperatore Giallo al suo medico, la seconda parte il Ling Shui , Perno Spirituale. Quella che noi chiamiamo Medicina Tradizionale Cinese, è un processo lungo secoli che raccoglie svariate teorie e scuole di pensiero, a volte contraddittorie, riscontrabili nel testo. Questo perché l’opera non venne scritta da un solo autore, a testimoniarlo le evidenti ripetizioni e differenze anche a carattere letterario evidenziate nei vari capitoli. Probabilmente la sua stesura definitiva risale tra il 206 A.C e il 25 D.C. nel periodo Han.

La Medicina Cinese è permeata e legata inscindibilmente alla filosofia Taoista, che ha la sua massima fioritura nel primo millennio A.C. e in seguito dalla filosofia Confuciana nel VI – V secolo A.C.

Prima delle teorie oggi conosciute dello Yin e dello Yang e dei 5 movimenti e le connessioni inerenti, prima ancora dell’odierno concetto di Ki e dei canali energetici, la Medicina Cinese ha seguito le tappe di quasi tutte le medicine antiche, partendo dall’arte divinatoria e sciamanica. Solo nel 476 -221 A. C. si evidenzia una teoria più strutturata fino ad arrivare a quella cosmologica con un approfondimento del concetto del Ki in epoca Han.

CHE COS’E’ LA MEDICINA TRADIZIONALE CINESE

Secondo la Medicina Tradizionale Cinese, le malattie e le disfunzioni fisiche sono conseguenze di un disequilibrio dell’omeostasi corpo- mente- spirito, tra loro correlati nella visione unitaria dell’essere umano che definisce il significato fondamentale di Olismo nella sua filosofia. Questa teoria non può essere scissa dal pensiero filosofico religioso e soprattutto taoista.

Il funzionamento e la salute del corpo, si fondano sulle teorie del Ki, flusso o energia vitale, dello yin e dello yang e le loro alternanze e dei 5 movimenti, strettamente collegati ai cicli della natura, e a livello macroscopico dell’Universo. Il funzionamento del corpo viene associato ad un organismo sociale, simbolicamente descritto come Stato Imperiale, (sapientemente evidenziato nella funzione dei canali energetici=meridiani, che attraversano il corpo) nei dialoghi tra l’Imperatore Giallo e il suo Consigliere. L’Uomo è descritto anche come un microcosmo, un piccolo e completo Universo in miniatura, a rappresentanza della grandezza e perfezione del Cosmo di cui segue leggi e ritmi.

IL TAOISMO

Una leggenda narra di una vergine che dopo anni di gravidanza, (per alcuni 80), partorì un bambino di nome Lao dal cavo ascellare. Questo spiega il significato del suo nome “Vecchio Bambino” o “Vecchio Maestro”.

Poco in realta’ si conosce sulla vita e del preciso luogo di nascita di Laozi (o Laotzu), il fondatore del Taoismo. Sembra che lavorò nella Biblioteca Imperiale come archivista durante la dinastia Zhou intorno al 1122-256 A.C. È proprio in questo luogo che Confucio intrattenne lunghe chiacchierate con Laozi, prendendone i concetti cardine del futuro Confucianesimo. Antiche raffigurazioni rappresentano il “Vecchio Maestro” come un uomo calvo, anziano e dalla lunga barba bianca in compagnia del suo Bufalo d’acqua.

Prima di abbandonare la sua attivita’ presso la Biblioteca gli venne richiesto di lasciare qualche testo scritto della sua filosofia. Nacquero così i 5000 ideogrammi del Tao Te Ching, su tavolette di bambù. Gli ideogrammi sono l’espressione attraverso analogie e rime di varie teorie che spaziano dalla meditazione interiore e respirazione alla cosmologia. Espresse la visione spirituale del mondo. Descrisse il concetto di Tao, “La Via” e del Wu Wei, “l’Azione senza Azione”. Il suo discepolo sembra essere stato Zhuang Zi che scrisse di arte e liberta’, rapportando tutto all’individualita’, al proprio serbatoio interiore di memorie e conoscenza da cui attingere: lo Shen.

Taoismo (o Daoismo hanno il medesimo significato), è una tradizione filosofica religiosa nata in Cina. La conoscenza “segreta” era trasmessa solo dal Maestro ai suoi discepoli, mentre la parte religiosa era condivisa con tutti e manifestata attraverso la venerazione nei templi.

La base del Taoismo è contenuta nel Tao “La Via”, e per raggiungerla è necessario fuggire dalle passioni che ci rendono schiavi dei desideri. Il Taoismo è colmo di regole e norme morali, rielaborate nel corso dei secoli a seconda delle epoche storiche. È anche un insieme di pratiche meditative, di visualizzazione e ripetizione di formule sacre. Essendo il Ki l’energia circolante del Tao, è proprio attraverso la visualizzazione e la respirazione che è possibile percepirlo e vederlo scorrere all’interno del corpo.

Il Taoismo non ha una forma omogenea, essendo un susseguirsi continuo nel tempo, di insegnamenti e movimenti di pensiero che accomunano i concetti di Ki, Yin e Yang e dei 5 Elementi. Naturalmente al centro della filosofia c’è il Tao che tutto regge: La retta Via. Descrive la Spontaneita’ dell’Universo, che si autoregola. Nell’Uomo l’autoregolazione è data dalla capacita’ di risolversi e di vivere una vita serena e pacifica. Non esiste imperfezione, se non forse, negli uomini che non seguono la Spontaneita’. Il Wu Wei, l’Agire senza Agire, spiega come lasciare libero, senza forzare, senza imporre il ritmo naturale delle cose, promuovendo una quiete interna, una liberta’ mentale, tale da accogliere l’unita’ dell’Universo.

Se sperimentiamo la concentrazione dentro di noi e la quiete, sperimentiamo il Tao. Unificando lo Spirito (Shen) con la Volonta’ (Zhi), possiamo ricevere il Tao, scevri dai desideri, dalle emozioni e dai pregiudizi. Un tornare alla propria origine. Tutti i fenomeni dell’Universo sono collegati da infinite forze che interagiscono all’infinito.

Il Taoismo quindi, più che una credenza, è pratica. Tramandata dai Maestri ai discepoli, all’interno della casta sacerdotale, strettamente legata all’Imperatore e alla sua corte. È chiaro che come molte filosofie e religioni, il Taoismo risente della componente sociale caratteristica della Cina antica, fondata su un forte legame familiare e culto degli antenati, il culto dell’Impero che persegue gli interessi del popolo e dell’ordinamento sociale, in cui la natura e la societa’ umana sono strettamente collegati.

IL TAO

Cos’è il Tao? “È il principio che crea e governa l’Universo intero e tutto ciò che si relaziona con esso”

È l’infinito assoluto da cui trae origine tutta la realtà, e a cui la realtà torna.

Secondo gli scritti che lo descrivono, il Tao è innominabile, inconcepibile. Perché riuscire ad immaginarlo o a dargli un nome lo renderebbe finito, delimitato. Mentre il Tao è ovunque, in ogni cosa, ma non si può conoscere. Niente rimane cristallizzato, ma tutto è in continua evoluzione, in natura, nello spazio e nel tempo. Per questo è difficile concettualizzarlo, ma possiamo renderlo concreto solo considerandolo nella sua definizione di “Via”che dal Tao ha origine

È associato sovente all’inafferrabilità dell’Acqua, che non ha forma ma che può avere tante forme diverse, che scaturiscono da un’unica fonte.

È la realtà di tutte le cose, rappresentato dal conosciuto cerchio all’interno del quale abbiamo una divisione tra nero con un punto bianco e il bianco con il punto nero, la separazione tra i due colori non è netta ma uno sembra sfumare nell’altro.

Cosa indica questo segno? La parte nera è associata allo Yin, la parte bianca allo Yang, il buio e la luce, la notte e il giorno, il femminile e il maschile.

Queste due forze sono opposte, complementari e interdipendenti. È il principio attraverso cui si esprime il movimento e l’evoluzione del Tao, l’interazione dello yin e dello yang in un ciclo continuo di passaggio dall’uno all’altro, mantenendo la loro alternanza e quindi l’equilibrio.

Importante è il concetto di “Unità”. Ciò che noi definiamo diversità non sono altro che le manifestazioni del Tao, dove nulla è meglio o peggio, non vi è un giudizio, ma è qualcosa che esiste. La dicotomia occidentale non trova riscontro nel Tao, dove gli opposti si integrano in una relazione che muta costantemente, quella dello yin e dello yang. Questo definisce l’armonia, ossia il libero fluire ki , senza che vi sia prevaricazione. Ciò che noi in Occidente definiamo opposti, nella filosofia taoista sono modalità diverse che giungono al medesimo punto in momenti diversi. Questo perché il cambiamento è un momento necessario che passa attraverso il caos prima di arrivare alla stabilità e quindi all’adattamento e all’equilibrio. Ma nemmeno l’equilibrio è statico, perché dovrà necessariamente passare di nuovo nel caos durante un altro ciclo di crescita, creando destabilizzazione, secondo lo stesso procedimento seguendo il concetto di movimento, prima di ritornare all’equilibrio. Il tutto deve scorrere spontaneamente e liberamente, senza degli schemi limitanti, senza ostacoli che si oppongano a questo libero fluire.

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